C’era una volta un povero contadino…

C’era una volta un povero contadino,  che come unica ricchezza aveva il suo terreno coltivato. Un giorno grandinò e tutto il suo campo venne distrutto. Quando i vicini seppero dell’accaduto andarono dal contadino e gli dissero che era davvero sfortunato. Al che l’uomo rispose: “Forse si, forse no”. Dopo quest’episodio il contadino ricevette un rimborso dallo stato con i soldi si comprò un cavallo. I vicini ritornarono e gli dissero “che fortuna che hai!” e il contadino rispose: “Forse si, forse no”.

L’uomo trattava il cavallo con cura, ma una notte d’estate, il cavallo trovò un punto debole nel recinto e fuggì. Quando i vicini seppero dell’accaduto, andarono dal contadino per manifestargli il loro rammarico. “Che sfortuna”, dissero. Al che l’uomo rispose: “Forse si, forse no”.

Di lì a una settimana, il cavallo tornò alla fattoria con altri sei cavalli selvaggi al seguito. Il contadino e suo figlio riuscirono a rinchiuderli tutti e sette nel recinto. Di nuovo vennero i vicini in visita. “Che gran fortuna”, dissero. Al che l’uomo rispose: “Forse si, forse no”.

Il figlio del contadino iniziò subito a domare i nuovi arrivati. Mentre tentava di cavalcare lo stallone, fu sbalzato violentemente a terra e finì quasi calpestato, rompendosi una gamba. I vicini accorsero. “Che sfortuna terribile”, dissero. Al che l’uomo rispose: “Forse si, forse no”.

Il giorno seguente arrivarono al villaggio dei soldati. Due signori della guerra erano in lotta fra loro e uno aveva ordinato l’arruolamento forzato di tutti i maschi giovani del villaggio. A causa della gamba rotta, il figlio del contadino fu il solo a non dover partire per il fronte. Di nuovo, i vicini accorsero. “Che incredibile fortuna”, dissero. Al che l’uomo rispose: “Forse si, forse no”.

Il contadino non può sapere se il fatto che il figlio non sia partito in guerra sia una fortuna, sarebbe potuto partire e tornare sano e salvo e allo stesso modo rimanendo a casa potrebbe accadergli qualche disgrazia. La vita è davvero imprevedibile e non si può mai esser certi che un determinato evento sia fortunato o meno. Quando ho raccontato questa storia ad una mia amica lei ha osservato che il protagonista della storia è troppo passivo, a mio parere il contadino non è passivo, alcune cose sono al di là della nostra portata e il racconto sottolinea proprio questo. Non esistono avvenimenti fortunati o sfortunati, esiste solo un modo diverso per affrontarli. Può capitare che un fatto che in un primo momento appare come fortunato si tramuti in sfortunato e uno che sembra sfortunato si trasformi in uno fortunato.

Non siamo padroni del nostro destino, ma siamo padroni di affrontarlo in maniere diverse.

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