No, a me non basta l’amicizia

L’amore fisico mi piace, te ne sarai accorto. Ma il motivo per cui mi piace non sta nel brivido con cui ci inebria e ci consegna all’oblio. Sta nella compagnia che ci regala e con la quale ci rincuora, nel conforto che proviamo a possedere un corpo da cui si è attratti: unire il nostro corpo a quel corpo, sentircelo dentro ed addosso. Alcuni sostengono che l’amore fisico non è che un mezzo per procreare, continuare la specie, ma si sbagliano di grosso… No, l’amore fisico è assai più d’un mezzo per continuare la specie. È un mezzo per parlare, comunicare, farsi compagnia. È un discorso fatto con la pelle anziché con le parole. E, finché dura, niente strappa alla solitudine quanto la sua materialità. Niente riempie e arricchisce quanto la sua tangibilità. Però è anche la più potente droga che esista, la più grossa fabbrica di illusioni e di equivoci che la natura ci abbia fornito. La droga, appunto, dell’oblio. L’illusione che l’oblio duri per sempre. L’equivoco di venir amati con l’anima di chi ci ama esclusivamente col corpo, di chi per egoismo o paura rifiuta le assolutezze dell’amore, preferisce il falso succedaneo dell’amicizia. Il tuo caso. In che modo me ne sono accorta? Caro, eccettuata la notte in cui mi spiegasti che l’universo finirà per autodistruggersi perché l’entropia è uguale alla costante di Boltzmann moltiplicata per il logaritmo naturale delle probabilità di distribuzione, con le parole ci siamo detti poco io e te. Col corpo, invece, ci siamo detti molto, ed io non ho perso una sillaba di quel che dicevi. Il nostro non è che un contatto epidermico, dicevi, un esercizio di sesso, un’appagante ginnastica, un dialogo fra sordomuti. Non mi basta, dicevi, preferisco l’amicizia. Peccato che tu non abbia udito neanche una sillaba di ciò che dicevo io. L’amicizia non può rimpiazzare l’amore, dicevo. L’amicizia è un ripiego effimero, artificioso, e spesso una menzogna. Non aspettarti mai dall’amicizia i miracoli che l’amore produce: gli amici non possono sostituire l’amore. Non possono strappare alla solitudine, riempire il vuoto, offrire quel tipo di compagnia. Hanno la propria vita, gli amici, i propri amori. Sono un’entità indipendente, estranea, una presenza transitoria e soprattutto priva di obblighi. Riescono ad essere amici dei tuoi nemici, gli amici. Vanno e vengono quando gli pare o gli serve, e si dimenticano facilmente di te: non te ne sei accorto? Oh, andando promettono montagne. Magari in buona fede. Conta-su-di-me, rivolgiti-a-me, chiama-me. Però, se li chiami, nella maggior parte dei casi non li trovi. Se li trovi, hanno qualche impegno inderogabile e non vengono. Se vengono, al posto delle montagne ti portano una manciata di ghiaia: gli avanzi, le briciole di sé stessi. E tu fai la medesima cosa con loro. No, a me non basta l’amicizia. Io ho bisogno di amore.

(Oriana Fallaci) – “Insciallah”

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