O notte, a me più cara e più beata
che i più beati giorni ed i più chiari,
notte degna da’ primi e da’ più rari
ingegni esser, non pur da me, lodata;
tu delle gioie mie sola sei stata
fida ministra; tu tutti gli amari
de la mia vita hai fatto dolci e cari,
resomi in braccio lui che m’ha legata.
Sol mi mancò che non venni allora
la fortunata Alcmena, a cui sté tanto
più che l’usato a ritornar l’aurora.
Pur così bene io non potrò mai tanto
dir di te, notte candida, ch’ ancora
da la materia non sia vinto il canto.
(Gaspara Stampa)