Valeria, 18 anni

Amanti del piacere

I piaceri di una ragazza

Devo dire: esperienze di gioventù o esperienze in generale? Io mi sento ancora così giovane! A volte ho l’impressione di avere ancora quattordici anni! Non sono i miei diciotto anni che hanno cambiato qualcosa? Confessa Valeria, 18 anni.

Comunque, se maturare e diventare adulti significa diventare acidi e noiosi o finti, io preferisco restare quella che sono. In ogni caso, devo ammettere che non sono affatto matura. Come sono? Non molto alta, solo un metro e cinquantaquattro, con degli occhioni da bambola, un aspetto fresco e colorito e dei modi da gattina troppo gioviale per essere smaliziata.

Per me i ragazzi sono soltanto dei maiali che pensano solo a «quello». Di una ragazza gli interessa solo ciò che lei ha sotto la gonna. Già da piccola avevo rilevato la sollecitudine di mio nonno nel farmi fare la pipì, quelle volte che i miei genitori mi affidavano a lui. Appena loro se ne andavano, lui trovava una scusa per abbassarmi le mutandine e farmi sedere sul vasino. Poi si inginocchiava davanti a me e mi incoraggiava.

Quindi è stata la volta di mio fratello, che ho sorpreso con l’occhio incollato alla serratura del bagno mentre io facevo la doccia.

Insomma, da quando il mio seno cominciò a crescere, sono stati gli e zii cugini più grandi a interessarsi a me. Durante le riunioni di famiglia, non mancava mai qualcuno di loro che cercasse discretamente di palparmi.

A volte mi domandavo se non ero per caso io a provocare le reazioni di queste persone. Ero comunque meno provocante di una delle mie cugini che aveva due anni più di me. Lei non sapeva cosa escogitare per attirare l’attenzione. Indossava solo minigonne, golfini aderenti e camicette troppo scollate. Io, al contrario, mettevo sempre roba molto semplice e, nonostante questo il parentado d’interessava a me. Ho provato a respingerli, soprattutto all’inizio, ma non è impresa facile.

Loro riuscivano sempre a mettermi in situazioni dalle quali non riuscivo a difendermi.

Per esempio, tra i dieci e i tredici anni, andavamo tutte le domeniche al mare. Il fratello più giovane di mio padre a volte veniva con noi. Siccome la macchina era piuttosto piccola, io facevo il tragitto seduta sulle sue ginocchia. Il fetente ne approfittava per far scivolare la mano sotto la mia gonna e giocare con l’elastico delle mie mutandine. Vi immaginate lo scandalo, se i miei genitori se ne fossero accorti? All’inizio la cosa non mi piaceva assolutamente. Tremavo all’idea che i miei potessero notare quei maneggi.

Ma loro erano talmente ingenui da non accorgersi nemmeno che avevo perso la verginità! Questo è accaduto con il fratello maggiore di mia madre. Avevo quattordici anni. Ci trovavamo a Roma per questioni familiari e alloggiavamo in albergo. Per risparmiare, mio zio aveva preso una camera per noi due, e i miei avevano trovato la cosa normale. Mi ero accorta bene che lo zio mi lanciava occhiate assassine, ma nessuno si era preoccupato di chiedermi che cosa ne pensassi.

La sera, dopo aver cenato insieme, ci siamo ritirati in camera Lui ha iniziato con indifferenza a svelare le sue intenzioni. Gentilmente mi ha proposto di andarmi a spogliare nella stanza da bagno mentre lui avrebbe fatto la stessa cosa in camera da letto. Invece, appena entrata in bagno, lui, col pretesto di sistemare i sui attrezzi da toilette, è entrato senza neanche bussare. È uscito quasi subito, dimenticando di chiudere la porta per continuare la conversazione consistente in un complimento del genere:
– Sai, sei veramente carina.

La sua seconda apparizione è avvenuta qualche minuto dopo. Ormai ero rimasta in mutandine e reggiseno. Lui indossava solo gli slip. Con perfetta naturalezza, senza nemmeno scusarsi, si è diretto al lavabo e ha preso un bicchiere d’acqua. Al momento di uscire, ha fatto un mezzo giro su se stesso e si è seduto sul bordo della vasca.
– Sai – mi ha detto prendendomi per la vita, – hai già un bel culo, come tua zia, anche più bello!

Poi è rimasto in silenzio, limitandosi a guardarmi, con le mani sulle mie anche e lo sguardo voglioso. Io non sapevo più dove mettermi. Dall’apertura degli slip vedevo il membro uscire e gonfiarsi rapidamente. Ero affascinata dal sesso degli uomini, tanto più che avevo sentito quello dell’altro mio zio strofinarmisi contro le natiche, in macchina. Sognavo di vederne uno da vicino. Non riuscivo più a staccarne gli occhi.

Lui se ne è accorto e mia ha chiesto:
– È la prima volta che lo vedi? Ti piace? Vuoi toccarlo?
Tremando e senza dire una parola, mi sono chinata e l’ho preso in mano. Poi tutto si è svolto automaticamente. Abbiamo fatto l’amore e così ho perso la verginità.

Ora sono affascinata dal sesso, dei ragazzi ma anche delle ragazze, e dalle rispettive esibizioni. Amo molto esibirmi.

Foto gradita, ma non indispensabile, contraccambiata con la mia. Chiedo discrezione e assicuro risposta a tutti e a tutte.
Possibilità di scambio di foto, mutandine, ecc..

Valeria, 18 anni

IN TUTTE LE EDICOLE

STORIE INTIME

(Valeria, 18 anni; tratto da Lettere, pagg. 73-74-75-76-77)

Articoli correlati:

Informazioni su druid

La via del fare è l'essere (Lao Tse) _ _ systems engineer, blogger, creative man
Questa voce è stata pubblicata in sesso e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi