Ero profondamente infelice…

… Ero profondamente infelice, ma internamente ero soddisfatta che mia madre e Livio, pur maltrattandomi e picchiandomi, dipendessero in realtà da me, dal mio silenzio, dalla mia discrezione.

A un certo punto, guido subodorò qualcosa e provò ad interrogarmi. Io con lui finsi di non capire, ma quella sera stessa, dopo che Guido era andato al lavoro, agredii mia madre e la minacciai di rivelare a suo marito quel che sospettato di lei e di Livio. Poco mancò che mi uccidesse. Mi afferrò per i capelli, mi trascinò per le stanze, mi colpì con oggetti, mi ferì con pugni e calci fino a farmi sanguinare. Poi chiamò Livio che, dopo avermi minacciata, cercò di rabbonirmi. Mi portò nella mia camera, medicò alla meglio le ferite che mi aveva fatto mia madre e poi, dopo avermi dato delle gocce calmanti, mi spogliò perché mi mettessi a letto. Nonostante fossi malconcia, il vedermi seminuda lo eccitò. Quella sera, mentre mia madre gli preparava la cena, Livio mi violentò. Fu un rapporto breve, meccanico, per me dolorosissimo. Sanguinavo e in mezzo alle gambe. Provavo rancore e rabbia. E avevo, inoltre, la strana sensazione di un déjà vu. Mia madre e un suo uomo si accanivano su di me e sul mio corpo, e io mi sacrificavo ai loro piaceri.

Malù, da “L’Amore dannoso”, p75 di Maria Rita Parsi.

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