Ultimi cori per la terra promessa
Quando un giorno ti lascia,
Pensi all’altro che spunta.
È sempre pieno di promesse il nascere
Sebbene sia straziante
E l’esperienza di ogni giorno insegni
Che nel legarsi, sciogliersi e durare
Non sono i giorni se non vago fumo.
Sovente mi domando
Come eri ed ero prima.
Vagammo forse vittime del sonno?
Gli atti nostri eseguiti
Furono da sonnambuli, in quei tempi?
Siamo lontani, in quell’alone d’echi,
E mentre in me riemergi, nel brusìo
Mi ascolto che da un sonno ti sollevi
Che ci previde a lungo.
Mi afferri nelle grinfie azzurre il nibbio
E, all’apice del sole,
Mi lasci sulla sabbia
Cadere in pasto ai corvi.
Non porterò più sulle spalle il fango,
Mondo mi avranno il fuoco,
I rostri crocidanti
L’azzannare afroroso di sciacalli.
Poi mostrerà il beduino
Dalla sabbia scoprendolo
Frugando col bastone,
Un ossame bianchissimo.
(Giuseppe Ungaretti) – Il taccuino del vecchio, p.219