Le Satire – La Guardia

A Ottobre, un freddo sabato mattina
col fucile in spalla e la schiena già china
andai al Corpo di Guardia a montare
con grande spirito e desiderio di controllare.

E allor con intelletto e voglia di gestire
iniziai a controllare che tutto stava a funzionare
ma lo sgomento mi assalì, ogni cosa stava lì a marcire.

Dai cancelli alle telecamere da buttare
ogni cosa lì stava a declinare,
allora resistenza e sforzo sovrumano
mi diedero forza in questo servizio,
considerato per lo più vano.

Indebolito e affamato
poiché il cibo della mensa avevo evitato
strinsi i denti
e arrivato un colonnello
ordinai gli attenti.

Costui voleva cenare
e tutta la sua famiglia in pizzeria
doveva portare
così dovetti acconsentire
nonostante la fame mi stava a divorare.

Le ore passavano
seppur lentamente
e il desiderio di finire
si accentuava fortemente.

Finalmente arrivarono le prime luci dell’alba
il canto degli uccelli
la brezza del mattino
ero felice, quell’inferno era in declino,
così che finito l’Inno d’Italia
quell’incubo ormai finito
si dissolveva nell’aria.

A quanto a dir quel servizio
aspro e forte
nel mio pensiero si rinnova la paura.

()

Articoli correlati:

Questa voce è stata pubblicata in Letteratura popolare e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi