Infatti Gino, mio compagno di tormenti, al processo testimoniò che ogni notte, in brefotrofio, lui mi sentiva piangere e invocare mia madre mentre il vecchio prete abusava di me. Io, però, non ricordo nulla se non attraverso la memoria del corpo. I quattro ragazzini che ho violentato e ucciso piangevano proprio come Gino racconta di avermi sentito piangere durante quelle notti, per quelle violenze. Piangevano e chiamavano la mamma.
(Maria Rita Parsi) – “Cuore di mostro”