Il problema gnoseologico attuale è sapere come si configura l’eidetica nel contesto metafisico dell’ontologia. Dipende da quale dimensione ontologica ci si pone.
Ma se l’io è strutturato in un livello antropomorfico in degrado non potrà coscientizzarsi su piani ontologici superiori!
In questo caso l’ermeneutica potrebbe suffragare la tensione escatologica attraverso una asettica cosmogenesi.
Ma la differenziazione strutturale che ne deriverebbe affiorerebbe dalla palingenetica obliterazione dell’io cosciente che si infutura nell’archetipo prototipo dell’ antropomorfismo universale.
Probabilmente ne risentirebbe la noogenesi che non intaccherebbe l’epistemologia delle sinergie di fondo.
Ma se l’io cosciente si ponesse su un piano trascendentale sfocierebbe in una trans-ominizzazione.
In qualunque caso l’aspetto fenomenologico non può intaccare quello noumenico, perchè quest’ultimo ha le sue radici nella dialettica diametralmente opposta al nihilismo più aberrante.
La struttura originaria è l’essenza del fondamento. In questo senso è la struttura anapodittica del sapere e cioè lo strutturarsi della principialità, o dell’immediatezza.
Ciò comporta che l’essenza del fondamento non sia un che di semplice, ma una complessità, o l’unità del molteplice.
La manifestazione della Struttura Originaria non è quindi la manifestazione di un processo di analisi, bensì è immanente a questo processo; è possibile parlare quindi di una compresenza di analisi e sintesi.
(dal web)