Chi chiede “come stai?”, attraverso un messaggio che si può mandare in un tempo rapidissimo e senza dispendio di energia, in realtà vuole sapere e non vuole sentire, vuole sapere e non vuole condividere. E non è più un vero scambio emotivo e sentimentale. Stiamo abituando le nuove generazioni a chiedere senza voler sapere, augurare senza voler sentire; perdendo il significato dei gesti, pensando che le parole possano avere senso quando sono private del corpo, del movimento, dello sguardo e della vita.
(Roberto Cotroneo) – “Quegli auguri digitali senza passione, Sette, 12 aprile 2013”