È difatti il regolare stagionale accoppiamento, prodotto spesso di un sesso primaverile, a creare le generazioni dei viventi. C’è una stagione dell’amore e degli amori: le femmine emettono odori attraenti, maschi insaziabili provvisti di antenne piumate, di recettori minuscoli, di nasi ora tozzi ora appuntiti inseguono questi femminei aromi per accoppiarsi. Utilizzano all’uopo le più stravaganti strategie di corteggiamento e i più sofisticati apparecchi, ora macroscopici ora microscopici, per fecondarne gli umidi ovuli. Il ciclo prevede doglie e parti, anche plurimi, deposizioni di uova piccolissime o gigantesche (i dinosauri scodellavano uova grandi come comodini). Negli afidi, minuscoli invertebrati che in primavera infestano le nostre profumate rose, i figli divorano la madre dall’interno del suo corpo, parto mortale ma modo superlativo per moltiplicare rapidamente esseri viventi detti infestanti da un’umanità modernamente floricoltrice.
Enrico Alleva – “La mente animale”, Globo e uova