Fin qui nessuna traccia dei nativi (digitali)
Un estratto dell’articolo originale, che vi invito a lettere. Link a fondo pagina.
…come se bastasse nascere davanti a un computer per diventare geni del computer: non è così, la maggior parte dei bambini che tirano pallonate nei cortili non diventano Balotelli, e la maggior parte di quelli che chattano su facebook non creano nessuna nuova dimensione comunicativa: si stanno solo scrivendo bigliettini, telegrafici e sgrammaticati come quelli che si scambiavano i fratelli maggiori via sms e che noi ci mandavamo a mano. Addirittura la novità è che oggi l’adulto, l’insegnante, il non-nativo, li può intercettare più facilmente…
…Io non sono affatto sicuro di sapere come ragiona un nativo digitale. Per prima cosa perché non sono sicuro di averne già visto uno; ma forse, quando finalmente arriverà, mi sarà del tutto incomprensibile. Posso solo immaginare che darà poca importanza alla memorizzazione delle nozioni: perché perdere tempo a immagazzinarle in un archivio difettoso come il cervello, quando ormai sono ovunque, “nella nuvola”, a portata di clic? A quel punto io, se farò ancora questo mestiere, cercherò per quanto posso di spiegargli che le nozioni sono fondamentali: sono i corpuscoli, le particelle minime che compongono le nostre conoscenze, le nostre curiosità: che indubbiamente il cervello è un hardware difettoso, ma che il suo fascino sta proprio negli arbitri che commette, nelle cancellazioni impreviste e negli abbinamenti inconsulti. …
…Un ragazzo nato negli anni ’50, cresciuto leggendo i giornali in casa, i libri a scuola, poteva effettivamente capire il senso di un fatto di cronaca prima e meglio dei genitori. Il “nativo digitale” di oggi ha un vantaggio del genere?…