POESIA DI NATALE
3-06 POESIA DI NATALE – [A6]
[Trasmissione del 24 e 31-12-1995]
Natale. Dolce cara tradizione nuova ed antica che nel tempo immenso riporta alla romantica emozione fatta un poco di neve, un poco d’incenzo di volti buoni e di parole buone.
L’abete verde, il ceppo nel camino, il pupazzo di neve trasognato come un bianco beffarbo burattino ed il sapore mai dimenticato del classico rosólio al mandarino. Natale è allegro, ma la sua allegria sfuma con gli anni e col primo suono di campane diventa un’ansia di malinconia. Perché vedete, il mondo è madornale, contesta, si abbandona al putiferio, gioca a fare lo scettico glaciale, ma alla prima campana di Natale è capace di piangere sul serio e si rifugia nell’indefinita dolcezza del presepe o nel lamento di una zampogna stridula e rochita la cui sonata è andata al vento come i natali della nostra vita; quello di tanto e tanto tempo fa quando il Natale consisteva solo nel ricevere doni in quantità, scrivere la lettera a papà da nascondere sotto il tovagliolo; o quello caro al ricordo di un amore, la strada incipriata di nevischio, l’appuntamento con il batticuore, un disco galeotto e tentatore, quel bacio rubato sotto al vischio; o quello d’oggi, uguale, o quasi uguale, uguale ai natali lontani, gente a frotte che scende per le strade e le risale, che guarda le vetrine a mezzanotte e s’incammina alla messa di Natale. È questa festa che ci fa sicuri che il mondo è ancora un po’ sentimentale, in fondo in fondo per sfuggire al male bastano due parole
tanti auguri
ed altre due parole
buon Natale
Poesia di Natale (Lino Banfi in ‘Ma Che Domenica Ragezzi’)