Dopo otto anni di matrimonio due coniugi…

“Dopo otto anni di matrimonio due coniugi descrissero uno dei loro primi litigi. Era accaduto la seconda notte della loro luna di miele. Sedevano entrambi al bar dell’albergo, quando la moglie iniziò una conversazione con la coppia seduta accanto. Vedendo poi che il marito si rifiutava di partecipare alla conversazione e rimaneva distaccato, tetro e in antagonismo con lei e con l’altra coppia, la moglie si irritò per la situazione imbarazzante che s’era venuta a creare e per il fatto di essersi sentita ‘abbandonata’. Si accesero entrambi e in un aspro litigio ciascuno accusò l’altro partner di mancanza di riguardo.”

Ora, otto anni più tardi, viene fuori che si erano avviati alla situazione ‘luna di miele’ (che per il beneficio dell’umanità dovrebbe essere a ogni modo bandita) con due interpretazioni molto diverse, presumendo ingenuamente che, ‘naturalmente’, l’evento dovesse avere lo stesso significato anche nella ‘lingua’ dell’altro partner. Per la moglie forniva una prima occasione di esercitare il suo acquisito, nuovo ruolo sociale: “Non avevo mai avuto una conversazione con un’altra coppia, come moglie. In precedenza ero stata la ‘ragazza’ o ‘fidanzata’ oppure la ‘figlia’ o la ‘sorella’”.
Secondo l’interpretazione del marito, però, la ‘luna di miele’ doveva costituire un periodo di unità esclusiva, l’ “occasione d’oro per ignorare il resto del mondo ed esplorarsi semplicemente a vicenda”. Per il marito, la conversazione della moglie con l’altra coppia significava che lui non era abbastanza uomo per lei, che era inadatto a soddisfare le sue esigenze. Anche qui, un interprete adatto avrebbe potuto indicare il loro ‘errore di traduzione’.

(Paul Watzlawick) – La Realtà della Realtà

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