A partire dal mese di dicembre, se non prima, riprende come ogni anno il rituale ormai tanto di moda del cinismo del Grinch, la rabbia inutile e cieca per il Natale.
Tutti sembrano vivere con questo senso di angoscia, di insofferenza, di tedio tanto da avvertire un univoco sentire: «prima finiscono le feste meglio è».
Ipocrisia che consumiamo senza ritegno alcuno: distratti dal rosso dei cappelli di Babbo Natale, dalla neve finta e dagli eccessi di torroni e panettoni; e poi quel buonismo di immagini, film, preghiere e auguri, così lontani dalla vita reale tanto da apparire patetici e indigesti. E così lo svuotamento di senso religioso, il consumismo fine a sé stesso, la rincorsa affannosa di gesti dovuti e di un’estetica studiata di alberi e presepi, fanno sí che proprio a Natale emergano ed esplodano solo contraddizioni e ci si accontenti dell’apparenza. Ciò che resta è un amaro senso di solitudine tra se stessi e quel mondo agognato. Troppo facile pero’ accusare l’atmosfera natalizia!
Il Natale è ben altro. Il Natale è tornare bambini, è il sorriso di una nonna, è l’atmosfera di dolce attesa, il concedersi un abbraccio in piú; è donare, dare di sé senza aspettarsi nulla in cambio; è la bontá degli animi; amare impersonalmente, felici se si trova rispondenza ma senza averla cercata; è ritrovarsi con gli amici, è condivisione, è aprirsi agli altri; è tolleranza; è vivere il tempo libero alla ricerca del silenzio, della riflessione, di esperienze per fare il bene; vivere le emozioni che si provano nella consapevolezza del loro nome: non siamo solo istinto; è cercarsi, e cerchiamoci abbandonando orgoglio e vecchi rancori, abbracciamoci finché siamo in tempo! Guardiamo al bene che abbiamo in noi, guardiamoci negli occhi! Non sprechiamo tempo e fiato nel giudicarci o nelle banalitá quotidiane. Siamo pezzi unici!
E spero non pensiate davvero che questa perdita di innocenza, di semplicitá vi rallegri dentro.
Io me lo auguro di cuore. E saró pure controccorrente e fuori moda, ma io questa ariditá d’animo non me la voglio far trasmettere neanche un solo giorno all’anno.
Simone Della Morte
Bellissima, di chi è?
Arianna Chiodo
Simone non é di nessuno! É una riflessione ahahah
Simone Della Morte
C’è sempre un autore, in questo caso sei tu. I miei complimenti.