E se Noi ci sposassimo…

E se Lui ed Io ci sposassimo…

Prima che questo discorso fosse finito, avvertii la presenza di Heathcliff. Avendo notato un movimento impercettibile, girai il capo e lo vidi alzarsi dalla cassapanca e uscire senza far rumore. Aveva udito tutto fino al punto in cui Catherine disse che sarebbe stata una degradazione per lei sposarlo, poi non stette più ad ascoltare. La mia compagna di conversazione, essendo seduta in terra, non poté notare la sua presenza o la sua uscita perché impedita dalla spalliera della cassapanca; ma io abbi un sussulto e le dissi di tacere.
– Perché? – domandò, guardandosi intorno nervosamente.
– C’è Joseph, – risposi, perché al mio orecchio giunse propizio il rotolio delle ruote del carro sulla strada: – e Heathcliff entrerà con lui. Non sono sicura ch’egli non fosse sulla porta un momento fa.
– Oh, dalla porta non avrebbe potuto udirmi! – disse lei. – Dammi Hareton mentre tu prepari la cena, e quando sarà pronta, mi inviterai a cenare con voi. Voglio ingannare la mia coscienza inquieta, e convincermi che Heathcliff non ha idea di queste cose, Vero, Hellen che non ne ha? Egli non sa che cosa sia essere innamorato, vero?
– Non vedo perché non debba saperlo, al pari di voi, – ribattei io. – E, se voi siete la sua scelta, sarà l’uomo più sfortunato che sia mai nato. Appena voi diventerete Mrs Linton, perderà un’amica, l’amore e tutto! Avete considerato come sopporterà la separazione, e dove troverà la forza per rassegnarsi a essere del tutto abbandonato al mondo? Perché, Miss Catherine…
– Lui del tutto abbandonato! Noi separati! – gridò con accenti d’indignazione. – Chi ci dovrà separare? Dimmelo, per piacere. Farebbero la fine di Milone! Mai finché io sarò viva, Ellen; per nessuna creatura mortale. Prima che io accetti di abbandonare Heathcliff, possono liquefarsi e sparire dalla faccia della terra tutti i Linton. Oh no, non è questo che volevo dire! Non è questo il mio pensiero. Volevo dire che non accetterei di diventare la signora Linton se mi fosse chiesto un tal prezzo. Heathcliff resterà per me quello ch’è sempre stato in tutta la sua vita. Edgar dovrà liberarsi della sua antipatia, e tollerarlo, almeno. Lo farà quando conoscerà i miei veri sentimenti verso di lui. Vedo ora che tu mi consideri una perfida egoista; ma non hai mai pensato che se Heathcliff e io ci sposassimo, saremmo degli straccioni? Mentre, se sposo Linton, potrò aiutare Heathcliff a elevarsi, e potrò sottrarlo al potere di mio fratello.
– Col denaro di vostro marito, Miss Catherine? – domandai. – Non lo troverete così malleabile come fate conto; e, sebbene io non sia ben in grado di giudicare, credo che codesto sia un motivo peggiore di tutti quelli che avete sinora dichiarato per diventare la moglie del giovane Linton.
– Nient’affatto! – ribatté ella. – È il migliore, invece! Gli altri miravano al soddisfacimento dei miei capricci; e anche per amore di Edgar, per farlo contento. Non so come esprimere l’idea; ma certamente tu, come tutti quanti, pensi che v’è o vi dovrebbe essere un’esistenza proprio al di fuori di noi stessi. A che cosa servirebbe la mia esistenza se io fossi contenuta tutta qui? I miei più grandi dolori in questo mondo sono stati i dolori di Heathcliff; io li ho scrutati, e sentiti tutti, uno per uno, sin dal principio: nella mia vita il più gran pensiero è lui. Se tutti gli altri perissero e lui restasse, anch’io continuerei a esistere; e se tutti gli altri restassero e lui fosse annichilito, l’universo mi diverrebbe totalmente estraneo: non mi sembrerebbe di farne parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo muterà, lo sento bene, come l’inverno cambia le chiome degli alberi. Il mio amore per Heathcliff rassomiglia alle rocce eterne sotto terra: una sorgente che dà poca gioia visibile, ma necessaria. Nelly, io sono Heathcliff! Egli è sempre, sempre nella mia mente: non come gioia, come io non sono una gioia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Perciò non parlare di separazione: è inattuabile; e poi…
Tacque e nascose il viso nelle pieghe della mia gonna; ma io l’allontanai con uno scatto energico. La sua follia mi aveva fatto perdere la pazienza.

(Cime Tempestose – Emily Brönte – Cap. IX) – traduzione Einaudi

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