Ho il cancro. Il blog di una malata coccolata, viziata, amata, fortunata
È questo il titolo del blog di Anna Lisa Russo, una ragazza di 30 anni, che da un giorno all’altro scopre di avere un “Carcinoma mammario triplo negativo”, tumore maligno, al seno. È morta il 4 ottobre 2011 all’età di 33 anni, dopo aver combattuto contro la sua malattia, ed aver condiviso attraverso il suo blog i momenti più difficili e le gioie che nonostante tutto la vita le ha ancora concesso.
È questa la storia di Anna Lisa Russo. Una grinta e una forza invidiabili, un amore per la vita e per il mondo, per la famiglia e per gli amici che la fanno sentire, nonostante tutto, una donna fortunata.
Anna Lisa sogna “un bed & breakfast e una fattoria con due asinelli, due caprette, due maiali, due mucche, due papere, due pappagalli, due pecore, due conigli, due cinghiali, tante galline, tanti gatti, due cani e tante, tantissime api”. Ha le idee chiarissime su cosa sia il dolore, su come lo si possa combattere e su come le amicizie e i rapporti umani possano essere la cura.
Scrive benissimo, ha un blog (http://annastaccatolisa1.wordpress.com/) che aggiorna quotidianamente e da poche settimane collabora con La Stampa.
Di seguito un’intervista tratta dal sito “alfemminile.com”:
La mia vita di prima
Iniziamo dal passato, dalla tua vita prima dell’arrivo della malattia.
Prima della diagnosi ero una trentenne come tante: mi ero laureata, lavoravo, mi divertivo, viaggiavo, frequentavo locali. Avevo appena chiuso una storia durata undici anni e attraversavo un periodo di puro divertimento.
“Chi in gioventù non ha fatto i suoi atti… in vecchiaia cose da matti!” era il mio motto in quel periodo. Chi ci pensava alla malattia? Mai e poi mai avrei immaginato di avere a che fare col cancro. La mia vita era già stata abbastanza difficile e pensavo, speravo che non avrei più dovuto affrontare niente di terribile. Mio fratello è morto a 19 anni in un incidente sul lavoro, avevo 22 anni. Poi i miei si sono separati. Abbiamo perso la casa a causa di mio padre, col quale non ho più nessun tipo di rapporto dal 2001. Insomma, un caos.
Però sono sempre riuscita a reagire, ad andare avanti. E nel 2008 la prima diagnosi… Mannaggia! Una legnata fra capo e collo. E chi aveva mai avuto a che fare col cancro? Io no di certo!Dal cancro al blog
Da quel momento immagino tu abbia cominciato a girare tra ospedali, visite e dottori. Che rapporto hai sviluppato con le cure e i medici?
Da allora ho frequentato una marea di dottori, oncologi, chirurghi, infermieri, volontari, ospedali e con tutti loro si è sviluppato un rapporto bellissimo. Io sono stata e sono tuttora in cura in tre ospedali diversi: Pisa, Livorno e Modena e in tutti e tre i posti mi sento a casa, giuro!
In che momento e perché hai deciso di affidare le tue parole a un blog?
Il mio blog è nato prima della diagnosi. Già raccontavo la mia vita e mi è venuto spontaneo continuare a farlo. Anzi, il blog mi è stato molto d’aiuto. Mi sfogavo, condividendo quel che mi succedeva mi alleggerivo un po’ di tutto il dolore e la fatica che provavo.
Io e le altre cancer bloggers
Perché ti ritieni, nonostante tutto, “fortunata”? Nel tuo blog dici di essere “una malata coccolata, viziata, amata”
Ho una marea di amici veri: col blog riuscivo e riesco ad aggiornare tutti sul mio stato di salute… comodo, no? E sì, mi sento veramente fortunata, te lo giuro: sono malata, è vero, ma sono circondata da tante persone che mi amano e che condividono con me la malattia.
Ho la mamy, ho il mio Qualcuno (il nomignolo che dà al suo ragazzo, ndr) che non mi lasciano un secondo da sola. Ho un sacco di amici che non mi mollano un attimo. Ho il blog e i lettori del mio blog e, credimi, la blogterapia è stata veramente un aiuto incredibile nei momenti più difficili. Non potrei farne a meno. Non rinuncerei alla chemio, a tutte le terapie che mi vengono prescritte, ma non rinuncerei mai e poi mai nemmeno alla blogterapia.
Condividere, condividere, condividere.Tu partecipi, insieme ad altre blogger che raccontano la malattia, a un progetto web comunitario, Oltreilcancro.it Da chi è nata l’idea di Oltreilcancro?
Oltreilcancro.it è nato da un’idea di alcune cancer bloggers: la sottoscritta AnnastaccatoLisa, widepeak, sissitogo, Rosie, Giorgia, Mia, ZiaCris, Juliaset, e Milva.
L’importanza di condividere
Attraverso il tuo blog sono arrivate richieste di aiuto e consigli da parte di lettrici colpite dal tumore?
Mi sono arrivate moltissime richieste di consigli, aiuti e suggerimenti da parte di donne a cui è stato diagnosticato un cancro. Mi hanno chiesto consigli su come affrontare la chemio o su come risolvere alcuni effetti collaterali. Tante donne mi hanno scritto soprattutto per raccontarmi la loro storia. Non volevano consigli, ma dirmi soltanto che anche loro c’erano passate o ci stavano passando. E tante, tante persone mi hanno ringraziata per il blog, perché in qualche modo gli è stato d’aiuto per affrontare la malattia propria o di un familiare. Bello no? Questa cosa mi riempie di gioia!
Come giudichi l’informazione e il livello di attenzione sul cancro in Italia? È poco affrontato o ti sembra che riceva le giuste attenzioni?
In Italia si parla ancora troppo poco di cancro, è una parola che spaventa. I malati stessi spaventano. Hai mai visto in tv qualche paziente brutto e spelacchiato a causa della chemio? Hai mai visto qualche giovane parlare della propria malattia? Io no.
C’è bisogno di informazione, di condivisione. Perché il cancro c’è, esiste e colpisce sempre più persone.Il cancro e la femminilità
Che cosa è successo al tuo corpo, alla tua femminilità, con la malattia?
La mia femminilità è stata a dir poco danneggiata dal cancro. Ho subìto due mastectomie e ancora non ho finito con la ricostruzione dei seni, la menopausa è arrivata a trent’anni con tutto quello che comporta.
Ho affrontato la perdita dei capelli, delle ciglia e delle sopracciglia e ho dovuto sopportare l’essere completamente calva. Peso 25 kg in più e il mio corpo è pieno di smagliature viola che sembrano frustate a causa del cortisone che prendo da due anni e mezzo. Guardarsi allo specchio e non riconoscersi. Questo ti dà la malattia. Anche questo.di Chiara Levi
Il 15 dicembre 2011, i familiari (la sua «Mamy», il suo «Qualcuno» ovvero il marito Andrea sposato l’estate scorsa in ospedale) e agli amici, hanno fondato un’associazione in suo nome (www.annastaccatolisa.org), con lo scopo di raccogliere fondi dedicati allo studio di questo raro e devastante tumore. Inoltre questa triste storia è divenuta anche un libro: “Toglietemi tutto ma non il sorriso” edito dalla Mondadori.
Davvero toccante questa storia, ci ricorda la nostra fragilità, e anche quanto è imprevedibile la vita, sia nel bene che nel male.